Essere freelance in Italia spesso significa camminare su un filo sottile tra autonomia e abbandono istituzionale. In questo articolo in collaborazione con Acta ti spieghiamo esattamente quali tutele hai, come attivarle, e perché è fondamentale fare rete.
Malattia per freelance: sì, esiste.
Se sei iscrittə alla Gestione Separata INPS o al Fondo Spettacolo (FPLS), potresti avere diritto all’indennità di malattia. Ma attenzione: non arriva da sola. Devi attivarti, conoscere le procedure e accettare il fatto che l’INPS non farà nulla per agevolarti. Anzi.
Perché nessuno ne parla?
- Poche persone sanno che esiste.
- Le indennità sono basse (quindi spesso il gioco non vale la candela).
- Ogni cassa ha regole diverse: giungla normativa assicurata.
Se sei nella Gestione Separata: puoi fare domanda online all’INPS, allegando certificato medico e rispettando tempi precisi.
Se sei nel FPLS (spettacolo): le regole sono simili, ma ci sono specificità sulle cause di inabilità.
Spoiler: è complicato, ma è un tuo diritto. Non mollare.
Tipologie di indennità
Degenza ospedaliera (ricovero, day hospital):
- Fino a 180 giorni all’anno.
- Include patologie gravi (oncologiche, cronico-degenerative, ecc.) equiparate per legge (Statuto del lavoro autonomo, art. 8, L.81/2017).
Malattia domiciliare:
- Minimo 4 giorni consecutivi, massimo 61 giorni (cioè 1/6 del periodo lavorato).
- In ogni caso, minimo 20 giorni garantiti (Circolare INPS 76/2007).
⚠️ Le indennità non valgono per la pensione: non esiste contribuzione figurativa. Tradotto: sei malatə ma non accumuli settimane ai fini pensionistici. Bello, eh?
🧾 Come fare richiesta?
Fase 1 – Il certificato. Il medico (o guardia medica) deve inviare entro il giorno successivo il certificato telematico all’INPS. Se questo non avviene, puoi dire addio alla prestazione.
Fase 2 – La domanda. Online con SPID su inps.it > Servizi per il cittadino > Sostegno al reddito > Indennità di malattia.
Fase 3 – Documenti
- Domanda da presentare entro 180 giorni dalla dimissione ospedaliera.
- Autocertificazione dei redditi. I redditi andranno indicati in maniera veritiera ma approssimativa durante la procedura, non sono richiesti documenti fiscali per accedere alle indennità di degenza o malattia domiciliare, perché dipendono dai contributi versati sino a quel momento e l’INPS li conosce bene.
Acta ha attivato il suo Sportello Malattia, è gratuito e ti da tutte le informazioni per beneficiare del diritto di malattia.
Disoccupazione? Anche per freelance (a volte)
Grazie a qualche spiraglio legislativo recente, ora esistono ammortizzatori sociali per autonomə. Ma valgono solo per alcunə, e con requisiti strettissimi:
Strumento | A chi si rivolge | Specifiche |
ISCRO | Freelance con partita IVA iscrittə alla Gestione Separata | Le trovi tutte qui |
DIS-COLL | Collaboratorə co.co.co., dottorandə, assegnistə | Da usare entro 68 giorni dalla fine del contratto. |
ALAS / IDIS | Lavoratorə dello spettacolo (ora IDIS) | Richiede almeno 60 giornate di lavoro negli ultimi 3 anni. |
Se invece versi alla cassa artigiani o commercianti, scordatelo: nessun ammortizzatore sociale previsto.
Qui trovi il tutorial registrato da Acta per la richiesta ISCRO.
Acta ha attivato il suo Sportello Fisco, è gratuito e ti da tutte le informazioni di cui hai bisogno.
Pensione da freelance? Una corsa a ostacoli (in salita, sotto la pioggia)
La pensione per chi è nella Gestione Separata INPS è interamente contributiva, cioè calcolata in base ai contributi versati e non alla media degli ultimi compensi. Sì, è una fregatura.
Tipi di pensione disponibili:
- Vecchiaia: 67 anni + 20 anni di contributi + importo minimo (1,5x assegno sociale).
- Anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi (per chi identifica come uomo) – quasi impossibile da raggiungere da autonomə puro.
- Anticipata contributiva: dai 63 anni con almeno 20 anni di versamenti, ma solo se l’assegno raggiunge 2,8x l’assegno sociale.
- Quota 102: 64 anni + 38 anni di contributi – praticamente inaccessibile a chi ha versato solo alla Gestione Separata.
🔎 ACTA propone una pensione minima garantita per chi ha almeno 20 anni di contributi. Serve? Sì, maledettamente.
La soluzione? Organizzarsi, informarsi e smettere di farsi trattare da fantasmi
La narrazione dominante ci vuole autonomə e felici, ma la verità è che moltə freelance vivono senza tutele, in precarietà cronica e senza sapere cosa gli spetta.
Freeco e Acta nascono proprio per ribaltare questa narrativa tossica, fare rete e battersi per l’equità delle persone freelance.
I temi sui quali Acta si batte da sempre:
- diritto per il lavoro indipendente ad essere riconosciuto, valorizzato e rappresentato nelle scelte economiche e politiche;
- equo welfare con prestazioni adeguate a fronte di un’elevata contribuzione INPS;
- equa fiscalità che non ci discrimini rispetto al lavoro dipendente e ci tuteli nel rapporto con l’Agenzia delle Entrate.
Credi in queste battaglie? Associati ad Acta e combattiamo insieme!
Conclusione: essere freelance non significa essere invisibili
Troppe volte le persone freelance rinunciano alle proprie tutele per mancanza di tempo, di energia o perché “tanto non cambia nulla”. Ma non è così.
Informati, organizza, resisti.
Sostieni chi lotta per i tuoi diritti. E se vuoi fare un passo in più, entra in Freeco, porta le tue competenze e cambia con noi il modo in cui si lavora.